OLTRE LA REALTÀ FENOMENICA Segrete trasparenze

La luce è da sempre elemento dominante nelle opere di Candida Ferrari. Una luce mai costruita bensì espressione dell’essenza stessa dell’opera. La luce insieme ai materiali: acetati e plexiglas, strati di fogli cangianti, fatti d’oro e d’argento, ma anche combinazioni di pvc, gomma, rame, bitume, spesso attraversati da “brani” di colore, sovrapposti così da creare effetti visivi inaspettati e far vivere, nella loro assoluta unicità, ogni quadro, ogni installazione, ogni libro d’artista perché la luce mai è uguale a se stessa.

Ben conoscevano il valore intrinseco della luce i grandi della pittura che nel Rinascimento l’utilizzavano per indagare e descrivere la realtà, definendo lo spazio, insieme alla prospettiva. Gli artisti barocchi furono capaci di esaltarne gli effetti creando aperte contrapposizioni di toni chiari e scuri. Gli impressionisti con l’accostamento di colori puri ottennero risultati di grande brillantezza e luminosità.
Nella pittura – ma la scultura non fu da meno in questa ricerca essenziale – molti artisti contemporanei usano la luce artificiale, come protagonista delle proprie opere. Per Candida Ferrari la luce naturale, diventa possibilità per cogliere l’invisibile della rappresentazione, il luogo dell’immaterialità e del pensiero perché la luce è elemento rivelatore della vita.
Il corpus principale delle opere esposte in questa mostra è costituito da una selezione che raccoglie l’ultimo ventennio di un’attività che è andata nel tempo mantenendo la sua essenza, ma anche di uno stile che vuole affermarsi, come racconta spesso l’artista, per volontà di un’adesione totale ai materiali del nostro tempo, attraverso il materiale per eccellenza, la plastica, secondo un’esigenza personale e se vogliamo civile: “tutti la odiamo, ma non siamo capaci di farne a meno nell’uso quotidiano”. Perché allora non rendergli un’identità che può farne un bene comune? Ecco allora che di fronte a queste opere appese che paiono fluttuare nello spazio adagiandosi alle infinite sfumature di luce, rimirando le trasparenze degli acetati che si piegano e si flettono nella composizione di una immaginabile forma, emerge tutta la forza dell’agire dell’artista, una forza che si trasforma in concreta espressione di un’idea, superando le competenze oggettive.
Trasparenza 165x70cm, acetato trasparente, 1992
Non inganni allora l’impalpabile leggerezza, la lievità dei volumi attraversati dal colore, la flessuosità delle forme morbidamente avvolgenti. Dietro tutto ciò c’è quella luce che è vita, espressa nell’incontro sofferto,indagatore, tra anima e materia, tra idea e rappresentazione, tra mezzo d’espressione e modalità d’accesso al pensiero.
La ricerca è estremamente rigorosa, aperta ad un fare manuale che va oltre la consistenza della materia per aprirsi al gioco della libera interpretazione, alla piacevolezza del guardare e cercare dentro le pieghe della composizione, un colore, forse, certamente la luce che cambia, modifica la percezione, come la spada che mentre trafigge, anche solo idealmente, entra nelle pieghe dell’essere, dell’opera, e ne estrae la bellezza, il significato.
Così se, come appare inevitabile, torna alla mente la lezione di Milan Kundera ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, secondo la quale – seguendo le parole di Calvino – “nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile”, il lavoro dell’artista si offre nella sua impresa finale, fatta di contenuti, di rimandi, di emozioni, di sensazioni, oltre che di qualificati interventi tecnico-estetici.
C’è poi un altro aspetto da considerare ovvero che ogni opera di Candida Ferrari si completa attraverso il luogo in cui si trova a vivere: grazie alla luce che filtra, a seconda del momento della giornata, trova in esso la propria misura espressiva e ne trae l’identità. Emergono strato dopo strato, i segreti nascosti dentro il percorso visivo, nella certezza che la luce renda ad ogni opera il suo significato anche se un dubbio assale e cioè che tutti i segreti anfratti di forma e di pensiero mai verranno svelati fino in fondo perché la luce, dentro, cambia nell’eterno rinnovarsi del giorno.
Così opere che disegnano un percorso artistico si riaccendono di luci e ombre e si trasformano, mai uguali a sé stesse.

Stefania Provinciali 2021

Le opere